giovedì 19 agosto 2010

In memoriam di Giuseppe Reale


Poco più di un mese fa è uscito dal mondo Giuseppe Reale.

Non starò a ripercorrere il suo cursus honorum politico o le tante iniziative che ha promosso.

Mi incontrò che avevo diciannove anni alla presentazione di un libro e da allora ha sempre coltivato il rapporto con me, anche più assiduamente di chi scrive. Non passava San Biagio che egli non telefonasse a casa dei miei per farmi gli auguri o lasciarli a mia madre. E cosa potevo offrirgli io, studente universitario e poi giovane professionista a Milano? Nulla. Ed egli nulla chiedeva.

Giuseppe Reale cercava le persone, non gli individui. Di questo suo valorizzare la persona senza aggettivi o attributi professionali erano coscienti tutti coloro che lo conoscevano. Egli donava la sua amicizia e la sua attenzione (davvero profondamente cristiane) a tanti che incrociavano la sua esistenza con lo spirito di un apostolo che ti offre la possibilità di guardarti dentro e cambiare grazie alla forza del messaggio evangelico. In questo senso la sua parabola politica ha seguito più gli ideali che le ideologie, e si rammaricò con me per non aver mai voluto far parte di una delle correnti della Democrazia Cristiana di fronte alle varie offerte di sottosegretariati non per il maggior potere in sé che ne sarebbe derivato, ma per le tante iniziative che avrebbe potuto realizzare o più agevolmente conseguire. Questo suo modo di essere potrebbe essere tacciato di ingenuo idealismo.E invece Giuseppe Reale ha lasciato alla Calabria molte più iniziative innovative e istituzioni funzionanti di tanti altri politici, incapaci di andare oltre un cinismo banale e dal fiato corto.

In un'epoca in cui i giovani vengono mortificati e le idee innovative irrise si sentirà ancora di più la mancanza di persone come Giuseppe Reale.

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