venerdì 24 aprile 2009

La sua figura



Degli altri conosciamo quasi sempre gli aspetti più facili e banali, vuoi per superficialità, supponenza o piacere di sminuire il prossimo.
Riteniamo strani, incoerenti o matti coloro che si allontanano dallo stereotipo che ci siamo costruiti di essi: non riconoscendoli più per quello che li credevamo, non riconosciamo loro una identità.
Chi conoscerà davvero se stesso, non verrà riconosciuto dal mondo.
Giuni Russo è ricordata dai più per alcuni motivetti estivi di successo. In realtà è stata una delle più grandi cantanti italiane del secondo Novecento.Ha pagato un prezzo durissimo in termini di carriera al suo desiderio di ricerca musicale e interiore, che l'ha portata studiare e dedicare la sua musica a figure mistiche come Giovanni della Croce ed Edith Stein.
"La sua figura" mette in musica una poesia del santo spagnolo, di cui di seguito si può leggere un testo di grande intensità:

"
Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.
"
(Giovanni della Croce)

venerdì 17 aprile 2009

Oltre la smaterializzazione del prodotto, l’oggetto cognitivo

Negli anni Ottanta avviene il boom dei servizi. Si inizia a parlare di smaterializzazione del prodotto: quote maggioritarie dei lavoratori vengono impiegate nei servizi, si sostituisce l’acquisto all’uso (il leasing), nella scelta di un bene durevole (una lavatrice, un’auto) le caratteristiche e le performance vengono comparate con i servizi post vendita (garanzia, riparazioni, vicinanza dell’assistenza, ecc.) e spesso questi ultimi risultano decisivi nella scelta finale. Sull’argomento ha scritto parole definitive e anticipatrici Richard Norman ne La gestione strategica dei servizi, che resta per qualità espositiva e contenuti tra i migliori testi mai scritti a riguardo. L’avvento delle tecnologie web e collaborative sembra aver estremizzato questa tendenza: non compri più il cd che avevi prenotato la settimana prima ma ti scarichi subito le canzoni che vuoi dal web (qualche volta sei addirittura disposto a pagare qualcosa).

Eppure la digitalizzazione spiega solo parte delle trasformazioni del mercato e del rapporto tra le persone e i prodotti. È cambiato in realtà il paradigma su cui si fonda la competizione e il successo di un nuovo prodotto, di una nuova azienda, di una nuova organizzazione.

La competizione non avviene tanto sui servizi e sulla smaterializzazione dei prodotti, con i conseguenti e oramai ben noti risparmi in termini di stoccaggio e distribuzione e intermediazione. La competizione avviene sulla capacità delle aziende di produrre oggetti cognitivi. Per oggetto cognitivo intendo un qualcosa, quasi sempre con una base fisica, che rimodella la fruizione e la percezione di un prodotto servizio, arricchendo l’esperienza dell’utente o il coinvolgimento del medesimo. Non per forza l’azienda deve inventare del tutto l’oggetto cognitivo. Semmai l’azienda ha una grande capacità di bricolage cognitivo che le consente di unire in un’architettura tanto fisica quanto simbolica oggetti, servizi e tecnologie già esistenti. Si tratta di uno sforzo che coinvolge tutti i lavoratori della conoscenza mobilitati dall'impresa: ingegneri, designers, professionisti del marketing e della comunicazione,

Classico il caso di Sony, che crea il walkman senza nessuna tecnologia innovativa. Un nuovo oggetto cognitivo ristruttura la percezione dell’intero settore, così come l’iPhone della Apple ha spinto tutti i concorrenti a ripensare le interfacce grafiche e a contatto. Apple, ancora una volta, ha riorganizzato tecnologie che già esistevano, e il vero valore aggiunto è consistito nel costruire un’architettura cognitiva che passava dal design agli applicativi internet, dall’interfaccia alle prestazioni fino agli attributi di marca della casa madre per offrire agli utenti un’esperienza che pareva del tutto nuova.

Tra l’altro, se si va su GSM Arena le valutazioni degli utenti sulle prestazioni dell’iPhone sono di molti decimi di punto inferiori a quelle relative a modelli dei diretti concorrenti come Nokia, Samsung, HTC e Blackberry.

Ma l’icona di questo decennio sarà il cellulare di Steve Jobs. Gli altri hanno realizzato degli ottimi smartphones. Apple ha creato, appunto, un oggetto cognitivo.

sabato 11 aprile 2009

Blitz Quotidiano: dove sono i contenuti?

Parlando di Blitz Quotidiano Marco Benedetto ha dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 ORE che è partito con un investimento di soli 100.000 euro. Le testate associate all’Anso farebbero già i salti di gioia se ottenessero un investimento pubblicitario pari ad appena un decimo. L’impostazione grafica di Blitz Quotidiano è disorientante, di certo per scelta. Caratteri in capitale latina si alternano a caratteri bastoni, box in rosso, sovratitoli in blu, altri box in nero, pubblicità in campo giallo, niente foto. Il tutto ricorda l’ipertrofia grafica che certi tabloid inglesi attuano per coprire spesso la scarsa qualità delle notizie. Sono lontani i format grafici di The Huffington Post, The Drudge Report, e Dagospia, che aprono sempre con una foto, il link all’articolo appena sotto di essa e di seguito le altre news a ritroso.

Gli articoli di Blitz Quotidiano non contengono anticipazioni o scoop. I commenti non sono così pregnanti. A volte manca semplicemente uno stile (redazione giovane o di praticanti?)

Non si riesce a capire il perché di questa operazione mentre si intuisce bene cosa non va. Benedetto, è l’ex amministratore delegato del Gruppo L’Espresso, che, a parte alcuni flop come Kataweb, sfoggia i successi di Repubblica.it. Quindi escludiamo l’inesperienza. Si tratta invece di quello che oggi è strategico, tanto nel mondo digitale che in quello reale: i contenuti. Blitz Quotidiano non ha né le firme, l’archivio e l’informazione di Repubblica.it, né le indiscrezioni, la qualità di scrittura e le foto di Umberto Pizzi che ha Dagospia, né la completezza asettica di un news aggregator come GoogleNews.

Personalmente avrei investito 100.000 euro per rilevare e rafforzare alcuni dei primi siti di news locali in Italia, i quali, come nel caso di Varesenews o Positanonews, arrivano rispettivamente a 5 e 3 milioni di pagine visualizzate al mese. In prospettiva, si sarebbe potuto (si potrebbe) creare qualcosa di simile, in versione web, alla catena Finegil che Benedetto ha contribuito a costruire negli ultimi due decenni.

Blitz Quotidiano insomma è un sito web senza contenuti specifici e originali, proprio quelli che invece decretano il successo o meno di un sito web di informazione.

Questa riflessione ci porta a indicare i modelli informativi che nel web 2.0 si stanno dimostrando vincenti. Elenchiamo in rapida successione questi contenuti: 1. locali; 2. specializzati; 3. scoop e indiscrezioni; 4. commenti e orientamenti di alta qualità.

I contenuti locali costruiscono un legame con un territorio basato su tre tipi di fruitori: gli abitanti del posto, i turisti e gli amanti di quei paesi, gli emigrati.

I contenuti specialistici diventano strumenti di lavoro e sono quelli che più facilmente vengono venduti online in abbonamento.

I contenuti di scoop e indiscrezioni offrono una vasta platea agli inserzionisti e diventano estremamente sensibili in un’epoca di osmosi sociale e informativa tra mondo colto e leggero, potentati finanziari e intrattenimento.

I siti di commenti di alta qualità orientano l’opinione pubblica su internet e quindi quella mondiale, sostituendosi ai quotidiani tradizionali su una scala più vasta e con dinamiche interattive globali tipiche del web 2.0.

Se sei fuori da queste quattro categorie il tuo sito di informazione web non ha speranza. Non ritrovo Blitz Quotidiano in nessuna di queste categorie.

domenica 5 aprile 2009

Knowledge working



Finalmente una ricerca internazionale (condotta dalla Fondazione IRSO) sui lavoratori della conoscenza, nello specifico in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e USA.
Il testo, curato da Federico Butera, Sebastiano Bagnara, Ruggero Cesaria, Stefano di Guardo, è diviso in tre sezioni: Un programma di ricerca progettuale; I Contesti; I Casi.
Il testo si sofferma anche sui modelli di identità professionale e sulla necessità di ripensare i modelli organizzativi per inglobare e valorizzare i lavoratori a più alto contenuto di conoscenza.
Tra qualche giorno apparirà sul blog una mia recensione sul libro.

mercoledì 1 aprile 2009

Del suo veloce volo


Gli anni più belli della vita sono quelli in cui abbiamo meno coscienza di noi stessi. Solo dopo anni o decenni ce ne rendiamo conto. E ci accorgiamo che certe "sere inutili" sono state fondamentali per diventare quello che siamo.

E chissà dove sarai amico
ripensandoti ti rivedo in me
la visione che avevi dell’amore
la tua ironia, e chissà dove sarai

Spesso da ragazzi passavamo insieme
sere inutili
e fu in un giorno di festa per gioco lo so
io lo so lessi nella tua mano
vidi sulla mano la tua fine...

E così oggi dalla mia memoria
scelgo il meglio della vita
e del suo veloce volo
che finisce come sempre accade
troppo presto

Qualcosa un po’ di te
mi è rimasto dentro
indimenticabile
per gioco lo so io lo so
lessi nella tua mano
vidi sulla mano la tua fine...


Anthony Alice Hegarty, adattamento di Franco Battiato