sabato 1 dicembre 2007

Caro compagno sderenato...

Sderenato. Secondo il dizionario De Mauro "oltremodo stanco, spossato | fiacco; pigro". Secondo Tiziano Treu: «I neo-comunisti sono dei poveri cristi, sono sderenati. Il governo ha più paura di Dini. Loro si attardano sulle battaglie di principio, ma non vanno da nessuna parte...».
Ecco il punto: i compagni di Rifondazione (e di tutta la sinistra, radicale o meno) non hanno ancora capito che, se non vuol ridursi a battaglia di retroguardia, la difesa dei sacrosanti diritti acquisiti deve unirsi alla conquista di nuovi diritti per i lavoratori dell'economia della conoscenza.
I piu' vetero tra i compagni pensano ancora che il desiderio di tanti ventenni e trentenni di mettersi in gioco, di autorealizzarsi attraverso un lavoro intellettuale, di puntare sulla propria creativita' e sulla propria formazione continua sia un completo e inevitabile cedimento alle logiche neoliberiste.
A volte sembra che riducono tutto ai lavoratori dei call center, che sono sicuramente un fenomeno drammatico, ma solo parte della complessita' dei percorsi di vita e di lavoro che nell'economia della conoscenza si formano e si trasformano a velocita' finora inusitate. Percorsi che vorrebbero trovare una rappresentanza "politica" in senso ampio, se solo qualcuno si premurasse di seguirli e comprenderli senza applicare ad essi modelli concettuali vecchi di decenni.
Eppure quasi tutti i lavoratori dell'immateriale avranno grossi problemi ad arrivare ad accumulare una pensione decorosa, se esistera' ancora il concetto di pensione fra trent'anni. Sarebbe gia' questo un buon motivo per avvicinarsi a tanti soggetti che stanno vivendo sulla loro pelle la prima fase di una trasformazione epocale.
Invece, per gli uomini e le donne di apparato, nei partiti "sociali" o nei sindacati, e' piu' facile sproloquiare con slogan del passato piuttosto che cercare di comprendere il presente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start